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Stanco dei soliti centrini per vasetti?

Sei stanco dei soliti vasetti di marmellata, confettura, creme e conserve? Vorresti che ci fosse quel qualcosa in più ma i kit che vendono online per centrini e etichette sono sempre i soliti?

Abbiamo pensato di farvi un regalo per aiutarvi in questa crociata contro il tovagliato bianco e rosso e le etichette stile anni 80.

Chiariamo non c’è nulla di male nei design classici, ma non si adattano a tutti e soprattutto se avete una piccola impresa locale e volete che il vostro brand parli di voi e dei vostri colori, dovreste poter scegliere materiali e fantasie diverse. Il bello del realizzare da soli i propri centrini ed etichette è poter scegliere anche 10 stoffe diverse, a seconda della conserva all’interno del vasetto.

Il problema però è sempre lo stesso, si hanno delle tele di cotone molto carine ma le dimensioni per i centrini sono sempre poco chiare. Per questo abbiamo provato a realizzare per voi un file di cartamodelli con le misure delle capsule più comuni. Si tratta di un’approssimazione che abbiamo testato con degli scampoli di cotone per arredo (come quello per lenzuola per capirci).

Il pdf è in formato A4, consigliamo di testare le singole pagine stampandone una di prova per assicurarvi che la vostra stampante di casa non applichi dei margini ulteriori.

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I diversi tipi di contenitori per olio

tipi di bottiglie di olio

olio diverso = bottiglia diversa?

Si ma non necessariamente!

Vi abbiamo parlato in precedenza delle differenze tra i vari tipi di olio, ma ovviamente una questione annosa è… questo olio dove lo metto? Se hanno tutti proprietà differenti, come posso essere sicuro di conservarlo al meglio?

Ogni tipo di olio può necessitare differenti contenitori. I più classici sono certamente le bottiglie in vetro scuro, bruno o verde antico, come le nostre marasca e dorica. Queste bottiglie proteggono l’olio dalla degradazione legata alla luce solare, e i tappi ad incastro riducono l’ingresso di aria nella bottiglia.

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La Pastorizzazione: curiosità e tecniche

pastorizzazione

La pastorizzazione è un trattamento termico che viene utilizzato per la conservazione degli alimenti anche a temperatura ambiente, fino ad un anno dalla data di confezionamento. Si tratta di un processo che sfruttando l’aumento della temperatura assicura l’eliminazione parziale di batteri causa di spore spesso nocive per la salute.

Con la pastorizzazione non è possibile però eliminare tutti i microorganismi presenti nel cibo, per questa ragione essi vanno tenuti in frigorifero una volta aperti, o in altri casi sono conservati a basse temperature per tutto il periodo dalla produzione al consumo.

Louis Pasteur inventore della pastorizzazione

Alcuni cenni storici

La pastorizzazione come metodologia ha avuto origine circa 170 anni fa. Risale infatti alla seconda metà dell’800 quando il chimico francese Louis Pasteur fu incaricato di trovare una soluzione all’inacidimento del vino nelle lunghe tratte di mare necessarie ad esportarlo. Fu tra i primi a scoprire che bastava riscaldare il vino per alcuni minuti, tenendolo a temperatura costante di 57°C per eliminare batteri e funghi, prima che potesse partire il processo di fermentazione.

Da allora il processo si è affinato, ed è stato poi utilizzato per la conservazione del vino, ma anche del latte e poi delle conserve di frutta e verdura. La pastorizzazione, da non confondere con la sterilizzazione, viene utilizzata, praticamente da sempre, per le conserve realizzate in casa. Qualsiasi sia la ricetta, infatti, tutti noi conosciamo almeno una persona che realizza marmellate, sughi, o conserve di verdura fatte in casa, seguendo istruzioni tramandate per generazioni.

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Capsule twist-off , come utilizzarle al meglio

vasetti di vetro e capsule twist off

Le capsule twist-off non hanno fatto il vuoto?

Ci capita spesso di ricevere delle segnalazioni riguardanti dei problemi con la chiusura ermetica dei vasi in vetro con le capsule twist-off, e quasi sicuramente tutti noi abbiamo avuto questo problema almeno una volta nelle nostre case.
Chiudendo il barattolo, e poi mettendolo a bollire, o utilizzando altre tecniche più avanzate, è capitato di notare delle perdite o la presenza di aria all’interno del nostro vasetto.

Partendo dal presupposto che l’aria non è mai (o quasi) un buon segno, in quanto può favorire il proliferarsi di microorganismi dannosi per la nostra salute, anche un vasetto che perde è un immediato segnale d’allarme.

A questo punto viene spontaneo chiedersi…

Sei sicuro che stai chiudendo i tuoi barattoli nel modo corretto?

Probabilmente stai facendo un errore molto comune. Ci siamo passati tutti, non preoccuparti.
Proviamo a spiegarti perché.

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